Piero Pierelli - nonnonuvola

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Piero Pierelli

Finalista nel concorso internazionale per libri di poesia
" Jacques Prèvert" anno 2000 con il libro  il diario di nonno nuvola.
Quarto classificato premio millesium anno 1998.
Quarto classificato premio nazionale la poesia del mistero anno 1999 ,

Con la poesia ho ucciso
Ha ricevuto il premio speciale della giuria per la lirica in lingua nella 3 edizione del premio Lorenzo Milani, dal tema " Adulti e ragazzi quale incontro"

Secondo classificato
sezione poesia al concorso Donna chi sei
edizione 2006
Motivazione giuria, l'aggettivo che l'autore usa nel titolo " Nitida Domenica"
è anche quello più appropiato a definire questa breve lirica.
Il nitore, infatti, è il prepo prevalente in questa e nelle altre composizioni.
Con la poesia non ti sei stancata terzo classificato a Donna chi sei 2010.   
Finalista del concorso internazionale  per libri di poesia
Jacques Prèvert   2013    con l'opera " Senza tempo"
Finalista al concorso Jacques Prèvert 2022 con l'opera.
" Buoni o cattivi "  di prossima uscita     

   



Al mio dolce amico Michele Scarponi

Emergono
vite sospese
su solchi di colline
Cosa dirti amico
rimasto cuore
Spendiamo una vita
per capire l’amore.
Spendiamo chilometri
di montagne tanti volti
di luce che viaggiano.
Nella penombra dei sogni
In mezzo vi scorrono miliardi
di gocce milioni di passi
migliaia di lacrime,
centinaia di sorrisi.
Caro dolce amico
ora vedo te nello sfondo
del cielo
con la bici superi l’aria.


Viaggiatore di ricordi
Io un viaggiatore di ricordi
la neve in un Natale mi riporta
al tempo di mio nonno.
Che affacciandosi alla finestra
bassa attraversava le sue mani
sui capelli bianchi come la neve.
Sui suoi occhi si apriva il riflesso
dell’estate, ci chiamava
per farci rientrare in casa
attraverso il gelido vento.
Si entrava nell’ombra della stanza
dalle finestre basse
che quando si chiudevano
lasciavano l’odore di neve.
Intanto il tepore del sole scioglieva
pian piano dietro le tende.
Passano gli anni  i chilometri
Ma il mio corpo mi riporta spesso a quel  Natale,
io senza scarpe sulla soglia
della  stanza dal pavimento rosso
lucidato a cera.
Correvo verso l’albero dei sogni
dove scintillavano  regali.
E la neve si posava sulle ciglia degli alberi
nelle luci frammentate del mattino presto.



Senza tempo i pensieri del nostro viaggio
a volte fasciati da sogni,
gialli e azzurri.
Pensieri di fuoco irraggiungibili
che ripiegano verso orizzonti
verso ricordi taciturni.
Momenti inafferrabili
che non esitano
a confondersi con la luce dell'anima.
E Dio si trasfigura sui nostri pensieri
su traslucide visioni
in arie di allegria.

 
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